Questa è una descrizione  che fa solo ed
        esclusivamente i conti con il vissuto.
        La mia lente  non pretende di offrire una vista scientifica, anzi
        tutt'altro e proprio per questo intende essere considerata una
        trattazione storica.
        Una descrizione quasi romanzesca di una stagione politica della quale,
        oggi, hanno tutti profonda vergogna e che è stata rinnegata, censurata,
        ma, ancor peggio, trasformata, giornalisticamente e storicamente, 
        e infine riassunta in un solo e rozzo modo: gli anni settanta sono e si
        riducono a Brigate Rosse e Prima Linea, tranquillamente messi
        dentro alla strategia della tensione.  
        Nulla di tutto questo, in questo libro di storia.
        Gli anni settanta italiani furono ed elaborarono il crocevia tra la
        rivolta dell'operaio di fabbrica dell'intera Europa e dell'America, del
        giovane universitario che aveva partecipato al maggio francese e
        italiano, del freak americano che aveva sconvolto gli stilemi di vita di
        quella nazione e soprattutto del giovane proletario scolarizzato europeo
        e italiano che guardava con interesse a quelle esperienze interne ed
        esterne.
        Gli anni settanta in Italia sono il riassunto di tutte quelle
        esperienze, e per motivazioni storiche e sociologiche che è
        difficilissimo individuare, ma che hanno innervato il 68 studentesco e
        il 69 operaio italiani al contrario che in Germania, Francia,
        Inghilterra e USA, il bienno 1968 - 1969 in Italia durerà per dieci
        anni.
        Infine, questo libro di storia antepone
        l'ideologia e la visione del mondo alla narrazione dei fatti, si
        sviluppa
        sull'interpretazione dei fatti, che nel romanzo è più importante dei
        fatti perché è il fatto.
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