18 aprile
    
    L'eccellenza lombarda non è un problema lombardo ma è un problema
    globale: la sanità ha smesso di lavorare per i territori e le
    comunità locali e ha iniziato a lavorare per offrire poli di
    eccellenza che attirino consumatori sanitari di eccellenza e una
    specie di turismo sanitario, che non ha più nulla a che vedere con
    l'igiene, la profilassi sulla popolazione locale e che punta a
    fornire servizi chirurgici e specializzati. Le politiche di
    marketing sopravanzano le politiche sanitarie fino al punto di
    divenire le uniche politiche sanitarie possibili e necessarie,
    perchè economicamente sostenibili. Le politiche igieniche,
    profilattiche tradizionali, la professione medica in senso stretto,
    non hanno sostenibilità economica e non vanno sostenute. Qui non
    c'entra nulla la differenza tra pubblico e privato: sia il pubblico
    che il privato partecipano a questo processo di perdita della
    professione medica, dell'essenza della professione medica, diventata
    una tecnica per realizzare il proditto e attirare il mercato. La
    sanità pubblica di profilassi e prevenzione rimane un residuo in
    perdita, senza importanza imprenditoriale, marginalizzato; si limita
    il suo funzionamento al puntellamento della riproduzione sociale,
    alla medicina del lavoro in versione semplificata e volgarizzata.
    Anche la sanità privata che si occupa delle tematiche della
    riproduzione sociale essenziale, è una sanità povera di risorse,
    versata sulle lungodegenze e i prestiti di ruolo da quella pubblica
    che ha interesse di assumere quel ruolo dietro pagamento di
    convenzioni disastrose per il pubblico o attraverso il contributo
    diretto dei malati.
    Quando oggi si parla di medicina del lavoro, si farebbe meglio a
    parlare di medicina del lavoro e del consumo, ma siamo ben lontani
    dall'adeguamento teorico della medicina alla pratica della realtà
    sociale, l'orizzonte è spostato indietro, anche rispetto alla
    medicina del lavoro del secolo scorso. In Italia, terra di un
    capitalismo povero e straccione nelle mentalità e nelle tecnologie
    (almeno rispetto a quello delle altre aree a capitalismo avanzato),
    poi l'entrata dei privati nella sanità ha provocato quello che nei
    paesi capitalisticamente egemoni non succede: i privati si
    arricchiscono sul passivo della sanità pubblica. In soldoni vengono
    finanziati dal settore pubblico per fare cose che, con lo stesso
    costo, il pubblico saprebbe fare. Viene da pensare che la mentalità
    mafiosa sia in Italia entrata a fare parte degli stili di
    comportamento delle classi dirigenti economiche.
    L'eccellemza lombarda non è l'eccellenza lombarda ma l'eccellenza
    del nodo lombardo della produzione sanitaria mondializzata.
    L'eccellenza lombarda, dunque, (si sta vedendo nel Covid 19) non è
    dei lombardi e non è per i lombardi, ma per i pazienti che nei
    flussi del mercato sanitario la Lombardia riesce ad intercettare.
    
    Pagina precedente