Georges Méliès, o dello spettacolo

Uomo di teatro ed appassionato di illusionismo, Georges Méliès rimase affascinato dalle potenzialità che intravide nel cinematografo, potenzialità che furono sconosciute ai fratelli Lumière. La sua inclinazione per la magia ed il mistero favorirono la produzione di rappresentazioni di ispirazione prevalentemente fantastica (fantasmagorie) che ebbero sul cinema un duplice effetto.
S
ul piano della tecnica cinematografica, Meliès introdusse per primo la dissolvenza, il montaggio, gli effetti speciali, l'accellerazione, il ralenti, le carrellate, la sovrimpressione. Sul piano della rappresentazione cinematografica, invece, inaugura il gusto per i voyages extraordinaires già noti in letteratura (Ariosto, Swift,Verne).
L'archetipo del viaggio oltremondano è un tema che ha attraversato la storia del pensiero occidentale fin dalle sue origini: l'uomo ha da sempre cercato, attraverso l'immaginazione, di superare i limiti della propria finitezza. esplorare l'insondabile e tradurre il pensiero in letteratura.
Se per il mondo classico il viaggio oltremondano è prevalentemente un viaggio nel mondo dell'aldilà [Enea, Ulisse... ma controllare], attraverso il quale l'eroe incontra gli avi o gli dei, nel mondo moderno lo stesso viaggio è inteso come scoperta dell'aldiqua, tentativo di approfondire, anche e soprattutto in termini di immaginazione, il nostro mondo. 
Senza addentrarci nei testi della letteratura antica, ci piace proporre una digressione letteraria e poter confrontare, prima di descrivere come Meliès ha dato vita al suo mondo fantastico,  alcuni testi di alcuni autori sui quali l'eplorazione di altri mondi va nel senso sopra descritto:

Ariosto, Orlando Furioso, canto 34., par. 71-72 Jonathan Swift, Gulliver's Travels Jules Verne, De la Terre a la Lune e Autor la Lune
Quivi ebbe Astolfo doppia meraviglia:
che quel paese appresso era sì grande,
il quale a un picciol tondo rassimiglia
a noi che lo miriam da queste bande;
e ch'aguzzar conviengli ambe le ciglia,
s'indi la terra e'l mar ch'intorno spande,
discerner vuol; che non avendo luce,
l'imagin lor poco alta si conduce.

Altri fiumi, altri laghi, altre campagne
sono là su, che non son qui tra noi;
altri piani, altre valli, altre montagne,
c'han le cittadi, hanno i castelli suoi,
con case de le quai mai le più magne
non vide il paladin prima né poi:
e vi sono ample e solitarie selve,
ove le ninfe ognor caccian le belve.


Le voyage dans la Lune (1902)


Voyage à travers l'impossible (1904)

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